LUCA VIVIANI
“Stelle di carta”
15 luglio – 24 settembre 2017
OPC – Osservatorio Polifunzionale del Chianti
Inaugurazione: sabato 15 Luglio, ore 21
A SEGUIRE OSSERVAZIONE ASTRONOMICA CON I TELESCOPI
INGRESSO GRATUITO
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Inaugura Sabato 15 Luglio (h. 21) presso l’Osservatorio Polifunzionale del Chianti la mostra personale dell’artista fiorentino Luca Viviani, dal titolo “Stelle di carta”.
In mostra una selezione di linoleografie (stampe realizzate da matrici incise su linoleum) che fanno parte dell’appartato iconografico dell’omonimo libro “Stelle di carta” (Ed. Oèdipus, 2016), in cui Luca Viviani affianca le sue opere di “arte astronomica” ad altrettante citazioni e meditazioni sull’universo, tratte da testi di celebri pensatori antichi e moderni. A ciascuna opera in mostra fanno quindi eco le parole di scienziati, letterati e filosofi: da Gemino (I sec a.C.) a Italo Calvino, da Luciano di Samostata (II sec d.C.) a Mario Rigoni Stern, passando per Erasmo da Rotterdam, Giordano Bruno, Immanuel Kant, Jules Verne, Raymond Queneau e molti altri.
Un viaggio nel cosmo attraverso l’arte e la letteratura, accompagnati dallo sguardo contemporaneo, dalle opere e dalle riflessioni di Luca Viviani, che presenta qui di seguito il suo progetto artistico ed editoriale.
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” Il cielo stellato è un tetto di faville, un oceano sospeso, un mormorio di cristalli, un incastro poliedrico, una pianura di fuochi ellittici, un archivio di eroi e macchinari, un groviglio di ascensori e scivoli, una stoffa filata da minuscoli telai vibranti, una creazione di alta sartoria matematica attraversata dai lunghissimi aghi degli astronomi, geniali operai tessili che lavorano incessantemente alle cuciture cosmiche tra umano e disumano.
Nel corso della storia la luce degli astri ha graffiato la pietra, cotto l’argilla, miniato la pergamena, macchiato lastre d’argento. Adorne di versi o denudate in equazioni, le stelle si sono impigliate nella memoria di ogni essere vivente o vissuto. Forse perché ogni cosa che esiste ha bruciato nel cuore di una stella. Anche gli esseri umani sono vive stelle morte che ammirano morenti stelle vive. Dal balcone osservo talvolta la mia sterminata parentela celeste, indifferente ma ospitale, la sua araldica gelida e fiammeggiante, la mappa genetica e genealogica di un sangue etereo, le mie innumerevoli e scintillanti madri mute, per le quali l’immaginazione conta più dell’affetto.
Le stelle hanno lasciato innumerevoli segni nella mia vita, intricate tracce prodotte dall’incessante pioggia di radiazioni che attraversa i vetri e i muri, cade sulle passeggiate e scroscia sulle terrazze. Nel corso degli anni, come un moderno cavernicolo, ho dipinto sulle pareti buie del mio cranio una minuscola replica della volta celeste, che ora osservo sedendo al centro della mia mente, unico frequentatore di questo minuscolo planetario sentimentale.
Ho pensato di riprodurre alcune di queste immagini, facendo ricorso a linoleografie, lastre di linoleum scavate dalla punta di una sgorbia, la cui stampa imita con la carta la luce e con l’inchiostro il buio.
Le immagini sono accompagnate da altrettante citazioni, piccoli frammenti di testi astronomici, sorta di micrometeoriti provenienti dal passaggio di grandi corpi letterari e scientifici. Tuttavia, considerando che le stampe sono nate prima della scelta dei testi che adesso le affiancano, il loro accostamento è da ritenersi, come l’universo, contingente, cangiante e mutevole. Il visitatore è legittimato a modificarlo, attingendo secondo la propria sensibilità alle infinite suggestioni che il cielo, e i suoi libri, offrono ” .